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martedì 21 aprile 2015

OGGI A TAVOLA: I GRANDI VINI PUGLIESI, QUELLI NOTI E QUELLI MENO CONOSCIUTI

Oggi vorrei chiudere in bellezza la giornata parlandovi di vino. Quello pugliese in particolare. Conosciamo meglio questi straordinari ambasciatori del made in Italy noti ed apprezzati in tutto il mondo. Tra essi qualche illustre sconosciuto ai più, ma di una nobiltà e raffinatezza pari ai loro "colleghi" più famosi.

Sempre di più la Puglia si conferma territorio privilegiato per l’allevamento di vitigni a bacca rossa, anche di quelli non propriamente famosi come il susumaniello per esempio, che appartiene comunque allo storico patrimonio ampelografico regionale e che ha trovato il suo ideale habitat in provincia di Brindisi. Dapprima, dopo la sua recente riscoperta e la relativa valorizzazione, il susumaniello era utilizzato soltanto in uvaggio con altre varietà locali, adesso invece sempre più spesso è vinificato in purezza.
All’ultima edizione di Radici del Sud l’Azienda Masseria Li Veli di Cellino San Marco ha presentato l’etichetta Askos Susumaniello Salento Igt 2012, con cui ha conquistato la prima piazza, decretata dalla giuria internazionale, nella categoria del “Gruppo Misto Vini Rossi da Vitigni Autoctoni di Puglia”.
Acciaio, legno piccolo e grande e vetro per una maturazione del vino di più di un anno. Alcolicità che raggiunge i tredici gradi e mezzo.
Ccolore rubino scuro, ma con riflessi violacemente giovanili sull’unghia. L’impatto aromatico è subito vinoso ed è connotato poi da note fruttate di amarene, prugne, ribes e more. In seguito il bouquet esprime anche essenze odorose di vegetali, di spezie, di rabarbaro, di cuoio e di tostato. In bocca il sorso è ragionevolmente tannico, leggermente ruspante e d’infilata anche ampio, fresco, morbido, sapido, elegante, equilibrato, armonico e seducente. Finale pervasivo. Tipologia di vino che sicuramente ha davanti a sé un futuro roseo. Prezzo interessante. Da accompagnare a pasta al sugo, carni arrosto e formaggi stagionati. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Cellino San Marco (Br) – S. P. Cellino-Campi, Km 1
Tel. 0831 618259 – Fax 0831 616657
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 33 – Bottiglie prodotte: 350.000
Vitigni: negroamaro, primitivo, malvasia nera, susumaniello, aleatico, verdeca e minutolo.
 




 

Chissà perché, ma la malvasia nera del Salento mi fa venire in mente il pallagrello e il casavecchia del Casertano. Forse perché i tre vitigni hanno in comune la recente riscoperta e la valorizzazione dopo gli anni trascorsi nel dimenticatoio. Ed a pensarci bene, la malvasia in un certo senso ha attinenza anche col piedirosso, perché entrambe le specie in passato sono state impiegate quasi esclusivamente a supporto di altri vitigni. Insieme col negroamaro per la composizione del Salice Salentino, per quanto riguarda il vitigno pugliese, e nel classico blend campano insieme con l’aglianico per il piedirosso. Negli ultimi tempi, invece, la situazione è cambiata e così i due ceppi sempre più spesso sono vinificati in purezza, con risultati più che lusinghieri.
Proprio com’è il caso dell’azienda brindisina Masseria Li Veli di Cellino San Marco, che propone un’etichetta declinata soltanto con la malvasia nera.  Nell’ambito del progetto Askos (nome che evoca una sorta di decanter greco ante litteram del I secolo a.C.), nato nel 2009 con lo scopo di selezionare antichi vitigni quasi dimenticati, si producono vini di grande carattere e di altissima qualità.
L’azienda, che appartiene alla famiglia Falvo, ha visto la luce nel 1999 e dispone di 33 ettari vitati, quasi tutti interessati dal tipico allevamento ad alberello. Il corpo principale aziendale è formato da una masseria che sorge su un antichissimo sito messapico che domina tutta la fertile piana salentina.
La Malvasia Nera Salento Igt 2012, dopo aver effettuato la fermentazione e la malolattica, è transitata in botti di rovere da 50 ettolitri per nove mesi e poi è stata imbottigliata, trascorrendo alcuni mesi per l’ulteriore affinamento. Il tasso alcolometrico è 14 gradi.
Il colore che si riverbera nel bicchiere è già consolidato da un rubino vivace e luminoso. L’avvolgenza aromatica che attacca le narici è complessa, composita e godibilmente fruttata di melograno, di lampone e di marasca. Si colgono poi anche sensazioni olfattive speziate e minerali e deliziose sfumature floreali. In bocca si manifestano una piacevole sapidità, un’ottima struttura, una discreta spalla acida ed una tannicità primitivamente pungente.
Andando a scavare nel profondo, si evidenziano anche libidinose percezioni di piccoli frutti del sottobosco, una lineare morbidezza che accarezza il palato, effetti mentolati e balsamici, pieghe eleganti e contorni di liquirizia e di cioccolato fondente. Finale doviziosamente palpitante e pervasivo. Ottimo vino da abbinare a paste asciutte, spiedini di capretto e/o a formaggi stagionati.
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Cellino San Marco (Br) – S.P. Cellino – Campi, Km 1 Tel. 0831 618259 – Fax

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