Da
quando vi ho parlato del caffè letterario (articolo letto da quasi
9000 persone!), pare sia nata una vera e propria corsa
all'apertura di questo tipo di locale, anche se denominati con altri
nomi (book bar, library bar, risto book).
La
sostanza però è sempre quella, e l'idea sembra rivelarsi ogni giorno
di più quella vincente.
Oggi
perciò voglio farvi conoscere alcune di queste realtà in Italia e
ripercorrere con voi quella che è la storia di questo genere di
locali.
I
veri e propri caffè letterari, intesi come luoghi di aggregazione
culturale nascono agli inizi dell'Ottocento.
In
questi ritrovi a dir poco affascinanti, si riunivano abitualmente gente comune e grandi
personalità (bastino, ad esempio, artisti del calibro di Guttuso,
Ungaretti, Kafka e Sthendal) per discutere di cultura, ideali e
opinioni.
La peculiarità di questi momenti d’incontro era la presenza
costante di una tazza di caffè o di un bicchiere di buon vino
compagni di viaggio di conversazioni che potevano durare anche
un'intera giornata e fino a notte fonda.
Per decenni, soprattutto
nelle principali metropoli, questo genere di locale, grazie
all'energia sprigionata dai suoi stessi avventori, ha spopolato e
fatto fiorire il clima intellettuale mondiale, in un susseguirsi di
dibattiti, scambi di visioni e ispirazioni.
Col passare degli anni,
questi ambienti caratteristici si sono, com’ è nella natura delle
cose, evoluti, ed hanno assunto nuove forme rimanendo però fedeli al
proprio intento.
Il cambiamento radicale
ha avuto inizio negli Stati Uniti ed in particolare nella Grande
Mela, dove, alcuni anni fa, è nato il “Library Cafè”,
destinazione indubbia per chiunque ami la lettura e non disdegni la
buona cucina. Negli anni successivi questa tipologia
d’intrattenimento si è affermata anche nelle principali città
europee assumendo il nome di Book bar o Risto book secondo
il servizio offerto al suo interno. Non mancano nemmeno delle forme
per così dire, ibride, come le molteplici librerie che sempre più
spesso si sono adeguate, inserendo al loro interno angoli bar e
scaffali con una fornita scelta di vini e prodotti gastronomici
acquistabili insieme al libro o al periodico preferiti. Un connubio
tra due piaceri, quello della lettura e quello culinario che
addirittura sfocia sempre più spesso nell’ organizzazione di
eventi particolari. Accanto ai classici aperitivi, alle presentazioni
di volumi o alla creazione di gruppi stabili di lettura e scrittura,
sono proposte, soprattutto all’ interno dei Risto book, occasioni
di ritrovo davvero uniche.
L’idea
che più di altre ha innovato, è quella di far degustare portate
dedicate o menù ispirati alle più svariate opere letterarie (come
vedremo avanti).
Un
nuovo modo dunque di rivisitare il proprio romanzo preferito o di
avvicinarsi a un’opera mai presa in considerazione, con l’occasione
di poterli addirittura assaporare! A tutto questo si aggiunge
l’utilizzo delle nuove tecnologie, con la possibilità, nei locali
più attrezzati, di accedere a sale studio con area wi-fi annessa.
Viene dunque data libertà assoluta di scelta tra la cara, vecchia
lettura di un buon volume cartaceo o la visione diretta di un e-book
da e-reader affidati in comodato alla clientela.
Nutrimento
per la mente e per il corpo, unione a dir poco sublime che, partendo
da un’idea di fondo piuttosto antica, da modo alla sottile ma
influente corrente energetica del sapere di continuare a scorrere,
consentendoci, nel contempo di abbandonarci ai piaceri della
convivialità e della socializzazione per una volta lontano dai
social.
Per
venire alle questioni italiane,
le prime librerie-bar sono comparse nella nostra penisola una ventina
di anni fa, e le prime ad introdurle sono state alcune grandi
librerie che cercavano di dare ai loro clienti un motivo in più per
trattenersi all'interno dei loro punti vendita; successivamente il
bar è diventato un modo per alzare i margini di guadagno offerto dai
libri, e, infine, i locali con libri sono diventati (come dovrebbe
sempre essere, e com'era stato per i caffè letterari) dei centri di
energia, dove la cultura non è solo stampata, e un libro e una buona
birra sono un modo per condividerla.
Ma
quanti sono e dove sono i book bar in Italia? Questo genere di locali
sono dislocati un pò uniformemente in tutta la penisola, e anche se
non sono tantissimi, hanno riscontrato, fin dalla loro apertura, un
notevole gradimento dei loro clienti.
Ad
esempio a Milano c'è lo “Scriptorium
cafè”
che prende spunto dai Book
bar internazionali.
I duei ideatori, Marco Vagli, di origini toscane, e Andrea
Marras (suo cognato, milanese), accanto al ruolo tradizionale
del bar, hanno saputo dedicare largo spazio al mondo dei libri,
generosamente donati grazie al passaparola.
Il
progetto nasce
quasi per caso. Avevano da tempo l’idea di aprire un bar e hanno
trovato il locale giusto in via Sant’Agnese, vicino all’università
Cattolica.
E proprio la vicinanza dell'Università ha suggerito loro l'apertura
di un locale del genere essendo convinti che il classico bar non
sarebbe andato bene. E hanno pensato a questa iniziativa:
all’interno del bar, mettere a disposizione dei libri per i
clienti, libri che sono diventati sempre più numerosi fino a
diventare una vera e propria libreria.
È
nato così un “caffè letterario”, dove i ragazzi possono andare
chiaramente per bere un caffè, prendere un panino o un dolce ma
anche trascorrere del tempo, possono prendere tutti i libri che della
libreria, leggerli al bar o portarli direttamente a casa.
Diventatndo
un luogo di svago e aggregazione, non solo un posto dove bere un
caffè e poi andarsene. Non a caso è stata creata una sala studio e
installato anche l’area wifi. E il successo è stato immediato.
I
libri sono di tutti i generi. Merito del passaparola e di “Facebook”
dove è stata fatta circolare la voce riguardo la nuova iniziativa,
Tantissimi volumi sono stati donati da chi ne aveva in esubero a casa
propria, chi voleva disfarsene, chi non aveva più spazio in casa per
tenerli e invece di buttarli via – perché ovviamente non si può
buttare via un libro! -, li hanno donati al bar per essere a
disposizione di tutti. Dalla narrativa alla poesia, testi
scientifici, classici, libri in lingua straniera…
Accanto
alla ricerca letteraria c’è
stata una ricerca gastronomica ; hanno diviso i panini seguendo i
generi: classici, narrativa, poesia, scientifici, fiabe etc. Poi
all’interno dei generi, hanno segnato il nome di uno scrittore o di
un’opera a seconda del gusto e degli ingredienti. Tra i classici
c’è ad esempio l’“Odissea”, la “Divina Commedia”,
“Guerra e Pace”; nella narrativa c’è Guareschi, Calvino,
Verne; tra quelli scientifici c’è Galileo, Leonardo,
Copernico… e così via. Ci sono un po’ tutti gli autori
principali nazionali e internazionali. Nel panino “Guerra a Pace”
c’è, ad esempio, il salmone con burro e fette di limone.
“L’inferno” della “Divina Commedia” è invece farcito con
salame piccante, caprino e peperoncino. Così che il panino ricordi
un po’ lo scrittore e l’opera.
Ma la loro specialità è la ghiacciata di frutta inventata già all’epoca dei Romani: frutta e ghiaccio lavorati in modo particolare. Una delizia. È un’antica ricetta che si dice risalga a Plinio il Vecchio.
Ma la loro specialità è la ghiacciata di frutta inventata già all’epoca dei Romani: frutta e ghiaccio lavorati in modo particolare. Una delizia. È un’antica ricetta che si dice risalga a Plinio il Vecchio.
E
per diffondere la passione per la scrittura e la lettura daranno
inizio anche a delle serate e a intere giornate dedicate alla
narrativa e agli scrittori, soprattutto emergenti con incontri ad hoc
dedicati ai libri.
Ma da
Nord a Sud ci sono ancora vari locali che varrebbe la pena visitare:
nella
capitale, in zona Ostiense, troviamo il Caffè
Letterario,
in cui vengono organizzate molte attività culturali. Si tratta del
caffè letterario più grande di Roma, con quasi 1000 mq, tanto che
al suo interno una zona ospita anche una biblioteca comunale, dando
vita ad un vero e proprio Bibliocaffè
letterario;
a
Milano, oltre allo "Scriptorium Cafè" e alla Libreria
Feltrinelli RED di recente attivazione, dove gli scaffali dei libri
in vendita sono inseriti tra i tavolini del bar e ristorante, con
area lettura e wifi gratuito, un ritrovo originale per gli amanti
dei libri è La
Caffetteria degli Atellani,
realizzata in una struttura architettonica a forma di cubo di vetro
dove potrete sfogliare libri, mangiare specialità e visitare il
bookshop dedicato al mondo del cinema;
a
Torino non perdete il Mood,
la caffè libreria con oltre 15mila titoli e punto di ritrovo
culturale;
a
Firenze è molto nota La
Libreria café La Cité,
dove, oltre a leggere un libro e bere qualcosa, potrete ascoltare
anche musica dal vivo;
la
città di Bari offre Musa
Sapori e Saperi,
il luogo adatto per leggere e sorseggiare un calice di vino o un
caffè.
I
book bar quindi rappresentano un modo diverso di vivere la
quotidianità, sono luoghi in cui è possibile fare nuovi incontri,
partecipare a dibattiti e mostre.
Tra passato e presente, letteratura e gastronomia, permettono di realizzare scambi culturali nel luogo più popolare che esista: il bar.
Tra passato e presente, letteratura e gastronomia, permettono di realizzare scambi culturali nel luogo più popolare che esista: il bar.
Ma come
posso aprire un caffè letterario o book bar?
Nel capire
la trafila burocratica per aprire un bar con libreria bisogna tener
conto delle due anime del progetto: libreria da una parte e
ospitalità dall’altra.
Dopo le
liberalizazzioni
degli scorsi anni aprire una libreria non è difficile.
Si richiede la partita IVA all’agenzia delle entrate, ci si iscrive
al registro delle imprese e si comunica l’inizio dell’attività
30 giorni prima all’ufficio unico delle imprese del comune dove
andiamo ad aprire.
Il bar
offre però qualche difficoltà in più. Per gestire un’area di
somministrazione bisognerà avere il SAB
(o ex REC), bisognerà poi frequentare corsi antinfortunistici
e HACCP. Tutte le aree
di preparazione e di somministrazione inoltre dovranno essere in
linea con i regolamenti sanitari di zona (consigliato rivolgersi alla
ASL per un parere preliminare).
Una volta
decisa l’apertura e seguite le trafile burocratiche dovremo
preoccuparci delle materie prime, il caffè sì, ma anche i libri.
Questi o si recuperano con il passaparola, e acquistandoli usati o si
comprano da grandi
concessionari (come dei “grossisti” di libri),
come Messaggerie e altri più, regionali, come CDA.
Gli ordini
ai distributori si fanno dai cataloghi che ci mettono a disposizione,
in cui sono presenti anche titoli che usciranno fra alcuni mesi.
Comprandoli (difficile che una libreria abbia meno di 8/10.000
titoli) ci renderemo conto che
il margine fra il prezzo di copertina a cui dobbiamo vendere e i
prezzi di acquisto
non sono purtroppo molto ampio, di solito dal 20 al 30% del prezzo di
copertina, sempre di più, comunque di quelli che percepisce l’autore
del libro…
Per avere
però un'idea più precisa su come trasformare il vostro vecchio bar
in un locale di successo come il book bar, affidatevi ad un nostro
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locale di tendenza che, assieme alle strategie di marketing che vi
saranno consigliate, vi permetterà in brevissimo tempo di diventare
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Alla
prossima!!
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